Se il nostro fosse un mondo di amici saremmo tutti più felici.
Gli amici si aiutano, collaborano, si scambiano pane, idee ed informazioni senza pretendere nulla in cambio.
Tra amici è possibile condividere gioie, fatiche e dolori.
L’ amicizia è una grande forma di amore.
La mia costellazione di pane vorrebbe esserne il ritratto.
E’ un gioco facile e dolce e non prevede confini.
Ci sono astri che non sono luce riflessa ma brillando di luce propria prevedono consapevolezza e condivisione.
Al margine di ogni oscurità questo è il mondo che mi piace immaginare.
Immaginare è credere.
“Creare è resistere”.
Costellazione (per un elogio della differenza) è un grande mobile, un’opera lirica, un omaggio al dialogo e alla fusione di culture che si basa sull’uso, in maniera ludica e simbolica, del pane. Una struttura che riempie lo spazio, fatta di corde e aste di legno ricoperte di velluto blu, è mantenuta in equilibrio statico dal peso di forme di pane sospese. Ogni pane è una stella della Costellazione: singolarità che solo nella complessità, nell’integrazione, trovano significato. Multietnicità e tolleranza sono questioni urgenti in un mondo che diventa sempre più globale e al tempo stesso si frantuma alzando muri di odio, spesso tesi a separare chi ha pane da chi non ne ha.
La Costellazione è realizzata di volta in volta utilizzando le tipologie di pane disponibili nel territorio che la ospita, perchè ogni terra ha il proprio equilibrio e ogni cielo le proprie stelle…
La prima versione dell’opera è stata realizzata a Torino, città di frontiera e di forte immigrazione, nell’ambito del Festival “Play With Food”; la seconda è stata realizzata utilizzando il pane preparato dai rifugiati politici accolti nella Provincia di Viterbo ed esposta sia nel capoluogo, durante il Festival “Estasiarci”, che al “Meeting Internazionale Antirazzista” di Cecina.
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La Costellazione di Altieri è un grande mobile, che ricorda i giochi che catturano la curiosità dei neonati da sopra la culla. Ti incanta e ti educa all’armonia, allo stesso tempo. Una struttura che riempie lo spazio, fatta di corde e aste di legno colorate, è mantenuta in equilibrio statico dal peso di forme di pane sospese. E tutti i pani sono diversi: un pane per ogni popolo che abita Torino. Ogni pane è una stella della Costellazione: singolarità che solo nella complessità, nell’integrazione reciproca trovano significato. Multietnicità e tolleranza sono questioni urgenti in un mondo che diventa sempre più globale e al tempo stesso si frantuma in conseguenza di guerre etniche e di religione, di movimenti nazionalisti e razzisti, di muri di odio spesso alzati a separare chi ha pane da chi non ne ha. Mentre Torino, città operaia di confine, multiculturale per nascita e geografia, ha saputo accogliere uomini e donne di ogni parte di Italia e del mondo dando loro dignità, lavoro, e pane. O meglio tanti diversi tipi di pane. E la Costellazione sembra esserne il ritratto.